MAGGIO 2003 nasce il S.A.R.S.(piccola cronistoria)

il primo segnale risale a quasi 10 anni prima con l'occupazione del "ex macelli" un edificio comunale abbandonato all'incuria e alla speculazione. E' il 1994 e a Viareggio è sentita l'esigenza di spazi di aggregazione non mercificati. Nasce così il MO.S.S.A. (Movimento Spazi Sociali Autogestiti). L'anno dopo, un nuovo tentativo con l'occupazione del centro sportivo "Vasco Zappelli"; ancora un'area abbandonata ai soliti meschini giochi politici. Verrà sgombrata in malo modo. Arriveranno perfino le camionette da Lucca. Significativa, nell'estate dello stesso anno, è l'esperienza della "Piazza degli Invisibili" dove il Mossa occupa una piazza degradata per solidarietà ad alcuni immigrati minacciati di sgombero. Intanto è intensa la partecipazione alle lotte nel territorio e molte iniziative si svolgeranno alla Torre Matilde, luogo storico di Viareggio, con proiezioni di filmati, concerti e dibattiti. Importante la lotta conrto l'inceneritore del Pollino (Pietrasanta) e la costituzione insieme ad altre realtà toscane del M.A.T. (movimento antagonista toscano). Insieme, nel 1997, coordineranno la manifestazione contro la mostra artistica??? "L'uomo della provvidenza" dedicata al duce e voluta dal comune di Seravezza.
Nel 1998 il Mossa dà vita al "Laboratorio Eskimo" come luogo di riferimento e d'incontro per promuovere la costruzione di un centro sociale. Iniziano gli incontri con i giovani del collettivo Adelante. Il 19 giugno viene ricordata la G.I.R.P. (giornata internazionale del Rivoluzionario Prigioniero).
Quando l'esperienza del laboratorio eskimo si conclude il Mossa con il Collettivo Adelante cogestisce il CSA TEMPI MODERNI a Camaiore.
all'inizio del 2001 nasce il "Comitato Contro la Represione Versilia" è l'anno del G8 e dell'assassinio di Carlo Giuliani. Alcuni militanti del csa Tempi Moderni saranno feriti negli scontri di Genova. Si moltiplicano le iniziative, emerge una nuova ondata di protesta e di aggregazione. Tutti avvertono la necessità di un Centro Sociale a Viareggio.
Dall'incontro tra Ex at5tivisti del Tempi Moderni ed ex Mossa con i collettivi studenteschi si forma il Laboratorio Spazi Sociali. A novembre del 2003 a Viareggio si tiene un corteo che non si vedeva da anni; la manifestazione contro la repressione porta in piazza quasi 2000 persone.
Il 2003 è quindi un anno frenetico: manifestazione contro la guerra in Iraq che bloccherà per alcuni minuti il Carnevale;occupazione di Villa Olga, edificio abbandonato a Lido di Camaiore, intervento delle "forze dell'ordine", manifestazione e occupazione di una piazza.
il 5 maggio il Laboratorio Spazi Sociali occupa un'area fatiscente in località Varignano nella peroferia di Viareggio. Siamo al centro della solita speculazione edilizia. Dopo una lunga trattativa con le autorità viene proposta un'altra area abbandonata. Il primo centro sociale di Viareggio si sposta in località Migliarina, dall'altra parte della città.
In Agosto viene assegnato definitivamente uno spazio in darsena, in uno zona degradata dallo spaccio e dalla prostituzione. Il S.A.R.S. pagherà l'anno seguente la sua lotta contro lo spaccio, con l'incendio che ne distrugge buona parte e per poco non costa la vita a due immigrati alloggiati in un container, incendiato anche quello, a circa 200 metri di distanza dal Centro. Grande sdegno e massiccia solidarietà di tutte le forze antagoniste. La mobilitazione seguente: corteo, comunicato al consiglio comunale, manifestazione ecc. causerà a 14 militanti del S.A.R.S. un lungo processo (conclusosi a fine 2008 con un nulla di fatto) grazie a una pretestuosa denuncia delle forze di destra....


venerdì 16 dicembre 2011

CHIUDERE CASAPOUND LOTTARE CONTRO IL RAZZISMO DI STATO

Il brutale assassinio a sangue freddo da parte di un simpatizzante di Casa Pound di tre lavoratori senegalesi a Firenze, pochi giorni dopo l’assalto razzista ad un campo rom a Torino a seguito di una presunta violenza carnale ( poi rivelatasi un falso), getta una luce inquietante sul tessuto sociale del nostro paese. In una fase come quella attuale, caratterizzata da una gravissima crisi strutturale del capitalismo con tutte le sue drammatiche conseguenze ( aumento della disoccupazione, smantellamento dello stato sociale, attacco ai diritti e alle libertà di tutti), i “germi” del razzismo e del fascismo possono trovare un terreno fertile in cui attecchire, come poi storicamente è più volte successo.
Non crediamo infatti che quello del 13 dicembre sia stato il gesto di un folle isolato, come la grancassa mediatica continua a ripetere, ma la manifestazione più tragica di un razzismo latente nella società italiana, che trova nell’immigrato il capro espiatorio perfetto del peggioramento delle condizioni di vita delle fasce sociali più deboli. Razzismo fomentato dalle politiche sulla “sicurezza” e l’immigrazione portate avanti negli ultimi vent’anni da tutti i governi che si sono succeduti: a partire dalla legge Turco-Napolitano fino ad arrivare all’ultimo decreto Maroni e al pacchetto sicurezza, il soggetto migrante è stato sempre più criminalizzato e privato di diritti.
In questo contesto è evidente come riescano a inserirsi gruppuscoli neofascisti, a partire da Casa Pound, che anche in Toscana è riuscito ad aprire più sedi, grazie anche ad appoggi istituzionali.

Il Coordinamento Anticapitalista Versiliese esprime tutta la propria solidarietà e vicinanza alla comunità senegalese, colpita a morte dalla furia fascista e xenofoba. Dopo i fatti del 13 Dicembre è necessario rilanciare la battaglia antifascista per la chiusura immediata di Casa Pound, dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) e per l’abrogazione della Bossi-Fini sull’immigrazione.


Coordinamento Anticapitalista Versiliese (CAV)
Spazio Antagonista Resistenza Sociale (SARS)
DadaViruz Project
Sinistra Critica Versilia
Partito Comunista dei Lavoratori sez. Versilia e Lucca

invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione nazionale antifascista antirazzista a Firenze sabato 17 dicembre. concentramento ore 15 p.za Dalmazia (vicino stazione Rifredi)

mercoledì 7 dicembre 2011

SPETTACOLO TEATRALE SU STEFANO CUCCHI

venerdì 9 dicembre
ore 21 C/O Cantiere Sociale Versiliese
(ex-INAPLI, via Belluomini 18, q.re Varignano)

"mi cercarono l'anima a forza di botte"
a cura di " Qui Lecco Libera" ( www.quileccolibera.net )

i proventi della serata andranno devoluti a Cira Antignano, mamma di Daniele Franceschi

“Mi cercarono l’anima a forza di botte” non è la rituale spettacolarizzazione del dolore, della morte, della violenza.
E’ teatro civile, un documentato e preciso stimolo di approfondimento. E’ un modo per continuare a tenere viva la memoria di quanto accaduto e che ancora succede.


Coordinamento Anticapitalista Versiliese (CAV)

giovedì 1 dicembre 2011

CINESARS DICEMBRE 2011

RASSEGNA DI AUDIOVISIVI
A CURA DI CINESARS
PROGRAMMA DI DICEMBRE 2011

Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 21.45 presso il Cantiere Sociale Versiliese
( via Belluomini, ex INAPLI; q.re Varignano)


MER 7 A. GRAMSCI-I GIORNI DEL CARCERE L. Del Fra ITA 1977 MER 14 IL CINEMA MILITANTE NEI ‘70 A.A.V.V. ITA ‘70
MER 21 LETTERA APERTA AD UN GIORNALE DELLA SERA F. Maselli ITA 1969
MER 28 PRIMA DELLA RIVOLUZIONE B. Bertolucci ITA 1964

Con questo mese Cinesars chiude la lunga retrospettiva sul cinema politico-civile italiano dedicando una serata speciale al cinema militante dei collettivi e comitati di cineasti formatisi negli anni ’70.
Mer. 7 apriamo con il film vincitore al Festival di Locarno ’77. Raffinato nella ricostruzione storica riesce a restituire molti elementi di dibattito e riflessione sia sulla politica del tempo sia sulla figura di Gramsci condannato nel 1926 a 20 anni di carcere dai fascisti.
Mer. 14 serata speciale sul cinema militante. Proietteremo “Ipotesi sulla morte di Pinelli” del Comitato cineasti contro la repressione nato su proposta di E. Petri e G. Volontè del ‘70. “Pagherete caro pagherete tutto” del Collettivo militante di Milano del ’72; “La lotta non è finita” del Collettivo cinema femminista del ’73 e “Filmando in città” di Lotta Continua del ’75.
Mer. 21 la programmazione di Cinesars continua con un film che a rivederlo oggi può scatenare le reazioni più disparate. Un gruppo d’intellettuali del PCI, rampolli della borghesia di sinistra con una vita politica inconcludente, entrano in crisi quando una loro proposta di lotta viene presa seriamente in considerazione dal partito.
Mer. 28 chiudiamo con l’opera d’esordio di B. Bertolucci. Il film ambientato a Parma ci racconta la storia di Fabrizio, giovane comunista che con entusiasmo cerca di cogliere i fermenti libertari che poi esploderanno nel Maggio francese. Perderà la sua ingenuità politica quando il suo migliore amico si suicida mettendo a nudo i loro limiti piccolo borghesi.

sabato 26 novembre 2011

28 nov: incontro con sergio pereira

DAL SUDAMERICA ALLA PALESTINA
per una risposta anticapitalista alla crisi
Incontro con Sergio Pereira segretario generale
del Movimento Revolucionario Oriental (Uruguay) e
con gli esponenti delle Brigate di solidarietà per la pace.
Verranno inoltre presentate le attività della
Coordinadora Guevarista Internacionalista
LUNEDI’ 28 NOVEMBRE
C/O CANTIERE SOCIALE VERSILIESE
(VIA BELLUOMINI VIAREGGIO Q.RE VARIGNANO)
ORE 20 APERICENA BUFFET
ORE 21 INIZIATIVA PUBBLICA

CAV-COORDINAMENTO ANTICAPITALISTA VERSILIESE
UDAP-UNIONE DEMOCRATICA ARABO PALESTINESE
PRC CIRCOLO VARIGNANO
brigate di solidarieta’ per la pace

INIZIATIVA SULLA PALESTINA

venerdì 2 dicembre alle ore 21.00
c/o il cantiere sociale versiliese ex INAPLI via Belluomini 18 quartiere Varignano Viareggio
“La lotta quotidiana nel villaggio palestinese di Ni'iln”


Incontro con Saeed Amireh, giovane palestinese, abitante del villaggio di NI'LIN in CISGIORDANIA, attualmente in un tour europeo per far conoscere la vita quotidiana del popolo palestinese sotto l'occupazione sionista.
Oltre a Saeed interverrà anche il compagno Koutaiba Younis del comitato "Ricordare la Naqba".


Iniziativa promossa:

Comitato a Sostegno della resistenza del popolo palestinese
Coordimamento Anticapitalista Versiliese
Cantiere Sociale Versilie

giovedì 10 novembre 2011

SOLIDARIETA' A RICCARDO ANTONINI

Il Coordinamento Anticapitalista Versiliese esprime tutta la propria solidarietà a Riccardo Antonini. Il licenziamento di Riccardo da parte delle FS è un vergognoso attacco contro un lavoratore e un compagno che da sempre si batte per la sicurezza in ferrovia, punito per il suo impegno e la sua lotta per la verità e la giustizia sulla strage del 29 Giugno 2009 che causò 32 vittime. Questo attacco ci appare speculare alla militarizzazione del territorio e alla repressione scatenata in Val Susa contro chi cerca di impedire un’ opera inutile come la TAV. Quali sono i progetti del pluri-indagato a.d. di FS Mauro Moretti è evidente: tagliare i fondi per la sicurezza e il personale, aumentare i profitti dei soliti noti realizzando la TAV. Da parte nostra sosterremo tutte le iniziative che verranno messe in campo per ottenere il reintegro di Riccardo Antonini.


LICENZIAMO MORETTI – REINTEGRIAMO RICCARDO



Coordinamento Anticapitalista Versiliese

giovedì 3 novembre 2011

programma cinesars novembre 2011

Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 21.45 presso il Cantiere Sociale Versiliese
(q.re varignano via Belluomini ex scuola INAPLI)


MER 2 LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI N. Loy ITA 1962
MER 9 TODO MODO E. Petri ITA 1976
MER 16 CADAVERI ECCELLENTI F. Rosi ITA 1976
MER 23 IL GOBBO C. Lizzani ITA 1960
MER 30 CARO PAPA’ D. Risi ITA 1979


Questo mese la retrospettiva sul cinema politico-civile italiano continua proponendo 5 film di cinque registi tra i più impegnati e scomodi di sempre.
Mer. 2 iniziamo con un grande film corale sulle più belle pagine della storia di Napoli: l’insurrezione popolare armata contro l’occupazione tedesca della città. Dal 28 settembre al 1° ottobre 1943 i napoletani si liberarono non solo dall’oppressione tedesca ma da secoli di sottomissione e schiavitù. Soggetto originale di V. Pratolini.
Mer. 9 proietteremo l’ultimo film politico di E. Petri sullo sfascio ideologico della Democrazia Cristiana. Liberamente ispirato al romanzo di L. Sciascia è come un incubo metafisico sulle articolazioni del potere tra religione, corruzione economica e la torbida gestione politica del Compromesso Storico.
Mer. 16 la programmazione di Cinesars continua con un film ancora tratto da un romanzo di Sciascia: “Il Contesto”. “La verità non è sempre rivoluzionaria” dichiara in modo pessimista un dirigente del PCI interpretato dal regista F. Vancini. Su questa frase F. Rosi costruisce uno tra i suoi più polemici e intelligenti film di impegno e denuncia.
Mer. 23 continua il ciclo su C. Lizzani e i “suoi” banditi-ribelli con la storia vera di Giuseppe Albano detto “Il Gobbo del Quarticciolo” per via del quartiere di Roma dove abita e per colpa di una deformità fisica. La “gobba” non è altro che il simbolo della stessa diversità subita dagli abitanti delle borgate discriminati e privati di tutto. Il Gobbo era un partigiano e si era battuto valorosamente contro i tedeschi durante l’occupazione di Roma nel 1944 ma finita la guerra veniva considerato un bandito alla Robin Hood dal popolo e un sanguinario criminale dalla polizia. Il film ebbe molte noie dalla censura. Piccola parte per P.P. Pasolini che interpreta “Er Monco”.
Chiudiamo il mese con “Caro papà”, duro film sul conflitto tra un padre e un figlio e quindi tra una vecchia generazione uscita dalla guerra con speranze e ideali poi traditi e un’altra venuta dopo a chiedere il conto di una rivoluzione mancata, tra un padre ex partigiano rosso diventato finanziere e un figlio entrato nelle file della lotta armata.

domenica 30 ottobre 2011

Siamo alla frutta...o almeno speriamo...

Riuscite ancora a far vestire i vostri figli? A mandarli a scuola con libri, penne, gomme?
Riuscite ancora a non bestemmiare quando andate a fare la spesa? Quando dovete pagare l'affitto? Il
mutuo? La rata della macchina o una bolletta?
Insomma, se ancora riuscite ad arrivare a fine mese, senza tirare giù tutti i santi dal paradiso, vi
trovate ancora tra la piccola parte di cosiddetti privilegiati. Ma non è detto che la pacchia duri
ancora tanto.
Da un po' di tempo a questa parte, ogni anno sempre di più, è un fioccare di licenziamenti, di
fabbriche che chiudono o vengono trasferite dove la manodopera costa meno, le scuole pubbliche
cadono a pezzi e la preoccupazione di un genitore non è più sapere cosa o come studia suo figlio,
ma che il tetto non gli crolli sulla testa! La sanità pubblica è disgregata e distrutta, spasso mancano
le attrezzature e i medicinali, con medici e infermieri che lavorano in condizioni paradossali,
costretti a fare i salti mortali per assicurare un po' di assistenza ai degenti...
L'agricoltura nazionale è totalmente dipendente dagli incentivi statali ed europei, sempre più
incentrata sulla grande produzione e spesso costretta a distruggere intere colture per importare
prodotti dall'estero a prezzi imbattibili, magari spacciati per d.o.c. O d.o.p. Senza alcun rispetto per
la salute di chi quei prodotti li consuma.
Sempre più larghe fasce di cittadini non riescono a coprire tutte le spese e si ritrovano in mezzo alla
strada o, nella migliore delle ipotesi, con l'ufficiale giudiziario alla porta per la bolletta del gas,
dell'acqua, la rata di un finanziamento, magari fatto per motivi di salute.. la tassa sui rifiuti...
L'elenco delle cose che non vanno è lungo, troppo per queste poche righe.
La crisi del capitalismo, intesa come la profonda crisi politica, economica, ecologica e sociale di un
sistema basato sullo sfruttamento dell'uomo sulla natura, è giunta all'inizio, forse, del suo momento
più alto, più critico.. In nome del profitto e della civiltà occidentale, ormai l'intero mondo è stato
controllato, saccheggiato, violentato.
In nome della democrazia si colonizzano e devastano con guerre imperialiste tutti i territori con la
minima presenza di materie prime appetibili, affamando i 9/10 della popolazione mondiale e dando
origine a fughe migratorie verso miraggi di libertà e benessere, che spesso finiscono dietro le sbarre
di un centro di identificazione ed espulsione, quando non direttamente sul fondo del mare...
In Italia, vista la particolare situazione economica e sociale, certe contraddizioni appaiono
amplificate. Viviamo in un territorio ormai completamente spartito da lobby mafioso-politicoaffaristiche
trasversali a ogni partito parlamentare che, sull'esempio di chi governa lo Stato centrale,
utilizzano le pubbliche istituzioni anche a livello locale esclusivamente per l'arricchimento privato e
non per bene pubblico.
Basterebbe guardare le nostre “democratiche elezioni” che sempre più trasformano la democrazia
borghese in una grande spartizione della torta, dove semplicemente viene deciso con accordi
preliminari a chi toccherà la fetta più grossa. E noi dovremmo sentirci in qualche modo
rappresentati da questa gente il cui unico credo è la poltrona e il dio soldo?
La terra , i prodotti alimentari da essa derivati, l'aria, il mare.. il mondo intorno a noi è
continuamente avvelenato e devastato con inutili grandi opere, che di utile hanno solo i profitti e i
riciclaggi dei soliti noti, come, nel nostro piccolo, succede con interventi urbanistici quale l'asse di
penetrazione in Darsena.
Siamo sommersi dalla spazzatura, la nostra società consumista e sprecona produce ogni giorno
milioni di tonnellate di imballaggi, bottiglie e involucri vari derivati dal petrolio, materiali non
riciclabili, né biodegradabili, quando non altamente pericolosi e tossici; e invece che cambiare il
modo di produzione e consumo, si preferisce incenerire, sotterrare, affondare... o magari trasportare
nei paesi del terzo mondo, le colonie, magari con la scritta aiuti umanitari sul container...
Le materie prime sono agli sgoccioli e la politica di ricerca scientifica, invece di indirizzarsi verso
forme energetiche alternative e di sviluppo ecosostenibile, ci propina vecchie soluzioni, giustamente
rimandate al mittente,delle quali ormai, con o senza terremoti, conosciamo le devastanti
conseguenze...
Viviamo in città, paesi, campagne “sporche”, degradate, abbandonate e quelle che una volta erano
paesi, quartieri, comunità basate sulla reciproca solidarietà, conoscenza e rispetto, si sono piegate
alla logica del profitto e del sospetto, a modelli culturali di dubbio valore... sicuramente sempre
meno fruibili dalla monetante marea umana di disoccupati, immigrati, studenti, pensionati, piccoli
artigiani, operai e precari vari, tutti con il naso appiccicato alla vetrina, con la bava alla bocca,
mentre dall'altra parte i padroni del mondo si fanno tondi... e ingrassano risparmiando sulle basilari
norme di sicurezza sul lavoro facendo morire ogni giorno tre persone solo in Italia... E ingrassano
dichiarando fallimento, insieme a banche e assicurazioni, e non pagano operai, fornitori, creditori...
E vanno alle Kaiman con gli utili...
E continuano ad ingrassare anche quando una fabbrica brucia o un treno ti esplode di fronte a casa!
E dire che c'è ancora chi si domanda da dove scaturisca la rabbia delle giovani e non più giovani
generazioni che sempre più sentono il bisogno di dare sfogo alle proprie frustrazioni, di rivendicare
le proprie aspettative nelle strade di tutto il modo.
Negli ultimi anni è aumentata la proporzione degli strati sociali che non riescono ad accedere a
reddito, istruzione, lavoro, quando non addirittura a quelli che sono diritti basilari, come la casa,
l'acqua, il cibo...
Sempre più spesso l'unica risposta che le nostre “istituzioni democratiche” sanno dare a chi
rivendica i propri diritti è la repressione in nome dell'ordine pubblico. Le denunce preventive, le
cariche e gli arresti, i pestaggi e i caroselli di blindati, quando non addirittura gli spari e i morti
durante le manifestazioni di piazza, la persecuzione nei confronti di chi occupa la propria fabbrica
perché non venga chiusa, la propria casa per viverci, la propria valle perchè non venga distrutta, la
propria scuola per un sapere critico e perchè non gli crolli in testa...
E' difficile per chi ne rimane esterno, ma a volte anche per chi vi è dentro, capire i molteplici aspetti
del dissenso sociale, che i nostri cari mass-media, inquadrati nei loro ranghi filoborghesi e
filopadronali, si guardano bene dell'evidenziare, preferendo invece spettacolarizzarne gli aspetti più
folcloristici e pirotecnici, a discapito dei reali contenuti delle critiche, delle proposte e spesso della
reale dinamica dei fatti.
Indignados, Inccazzados, Disobbedienti, Black Block, No TAV, Autonomi, Centri Sociali sono
troppo spesso parole svuotate di significato e utilizzate come facili etichette cucite addosso a
movimenti variegati e molteplici, portatori dal basso di critica, proposte, dissenso nei confronti di
una società corrotta e ingiusta... ormai marcia.. ormai...speriamo...alla frutta...
Riprendiamoci il nostro futuro! E' un nostro sacrosanto diritto e anche un dovere per le generazioni
future!

giovedì 20 ottobre 2011

NO TAV Tour a Viareggio

MARTEDI' 25 ottobre alle ore 18 presidio in via Battisti a Viareggio alle ore 21.15 presso il cantiere sociale in via Belluomini 18 dibattito su 20 anni di lotte No TAV interveranno anche i membri dell'assemblea 29 giugno.
Invitiamo tutti a partecipare.

Coordinamento Anticapitalista Versiliese (CAV)

mercoledì 19 ottobre 2011

SUL 15 OTTOBRE: E' ORA DI SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE

Che il plagio mediatico del giorno dopo avrebbe spaziato dal luogo comune: il black block, alla
fantascienza: un'organizzazione paramilitare in grado di addestrare e coordinare centinaia di
persone, era scontato. Meno scontata è un'interpretazione cosciente e critica di ciò che accade al
movimento italiano.
Ed è ahimè vero che si stanno verificando delle dinamiche poco democratiche e alquanto fuorvianti
rispetto ad un'ottica rivoluzionaria.
Non mi sto riferendo agli atti di rabbia più o meno sensati, la cui spettacolarizzazione stiamo tutti
subendo e i quali, anche impegnandocisi, non possono certo rappresentare chiavi di lettura credibili
(d'imbecilli si sa ne è pieno il mondo).
Mi riferisco piuttosto ad una gestione della piazza, quella romana del 15 Ottobre, non del tutto
inesistente, ma a tratti contraddittoria e addirittura autolesionistica.
Mi riferisco a chi, indicendo tale appuntamento, ha pensato di poter ignorare il livello di disagio e
conflitto sociale al quale siamo approdati, con l'unico risultato evidente di ottenere il più ampio
consenso possibile dell'ultima ora, che si è tradotto in una ghermita presenza, ma piuttosto spiazzata
e con obiettivi alquanto vaghi.
Non solo, ma così facendo è stata calpestata e criminalizzata tutta quella parte del movimento che,
più radicale, antagonista, ma con una sua storicità e organicità politica e pure un certo seguito, non
disdegna pratiche di piazza più dirette e rivendica il diritto di riprendersi i luoghi della res pubblica,
di dirigersi sul parlamento, di identificare il nemico nel potere, nella speculazione, nel capitale.
Credo che chi con troppa facilità si autoproclama detentore di democrazia debba fare qualche
riflessione, quantomeno sull'etimologia della parola.
Così facendo, sabato 15, si è lasciata carta bianca nella gestione della piazza a chi sta dall'altra parte
della barricata: il genio militare che, suffragato da uno Stato che affama e reprime, non ha mai
dimenticato quali sono le strategie per insinuarsi nelle crepe del movimento, farne spaccature e
metterne i frammenti uno contro l'altro, utilizzando il panico dei presenti come utilissimo mezzo.
Un occhio poco attento non vede in televisione la piazza di S. Giovanni chiusa come una trappola,
con le linee di scontri deviate a strozzarla, i caroselli di autoblindati e idranti tra chi era
semplicemente presente, bussolotti stranamente grandi di lacrimogeni sparati ad altezza uomo e dai
tetti.
E trovandosi così, in questa piazza, con una rabbia e una frustrazione che vivono ormai di vita
propria, difronte agli esecutori materiali della violenza e della repressione caratterizzanti questo
sistema, cos'altro fare se non cercare di difendere se stessi, la piazza e la dignità di tutti con ogni
mezzo?
Che aprano gli occhi coloro i quali hanno ancora le idee confuse, che non cadano nel tranello di
qualche misero poltronista, che non diventino pedine in mano a chi mira a soffocare nel sangue ogni
forma di dissenso e di alternativa, magari rievocando dall'aldilà leggi speciali e terroristiche come
quella Reale, con inevitabili disastrose conseguenze su tutti. I terroristi sono loro, il nemico è ben
noto!

mercoledì 5 ottobre 2011

iniziativa sull'America Latina

martedì 11 ottobre c/o Cantiere sociale versiliese (ex scuola Inapli), via Belluomini,18 Varignano Viareggio
conferenza:
Dalle Americhe all’Europa: rivoluzione e internazionalismo
inizio lavori ore 17.30
buffet cena ore 20.30
ripresa del dibattito ore 21.30

Con Douglas Bravo (ex comandante Faln venezuelane), Alfredo Helman (Ar- gentina), Alex Pausides (vicepresidente Unione scrittori-Cuba), David Kunzle (studioso iconografia del Che-Usa) e Roberto Massari (editore rivoluzionario)

Promuovono: Cantiere sociale versiliese, Coordinamento anticapitalista versiliese, Utopia rossa
Aderiscono: Associazione Italia-Cuba, Giovani comunisti Viareggio, Comitato a sostegno della resistenza del popolo palestinese, Dada viruz project, Fondazione Ernesto Che Guevara, Partito comunista dei lavoratori, Sinistra critica, Spazio antagonista di resistenza sociale

venerdì 30 settembre 2011

CINESARS: programma Ottobre

Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 21.45


MER 5 IL FANTASMA DELLA LIBERTA’ L. Bunuel FRA 1974
MER 12 BANDITI A MILANO C. Lizzani ITA 1968
LA NOSTALGIA E LA MEMORIA S. Notarnicola ITA 1993

MER 19 AMERICA 1929 STERMINATELI SENZA PIETA’ M.Scorsese USA 1972

MER 26 SPECIALE TENCO Teche Rai ITA 1961
LA CUCCAGNA L.Salce ITA 1963


La libertà al cinema e del cinema è il tema del programma di Ottobre.
Apriamo il mese con il film a episodi “Il fantasma della libertà” capolavoro assoluto di Bunuel che nel suo penultimo film intende definitivamente distruggere le strutture tradizionali della società ma anche dello stesso racconto filmico capovolgendone le funzioni per evidenziare il fallimento delle forme espressive della borghesia. Questo nuovo linguaggio che destruttura e inverte le operazioni logiche tradizionali libera così la mente dello spettatore mostrandogli l’illogicità del sistema in cui vive.
Prendersi la libertà di lottare è il tema del film di mercoledì 12. “Banditi a Milano” è la storia vera della banda Cavallero dal nome del fondatore dirigente della FGCI che, stimolato da una prospettiva rivoluzionaria tradita dal partito comunista, nel 1960 insieme al compagno Notarnicola fondò una formazione rivoluzionaria che nel nome delle lotte alla Fiat, intraprese azioni di autofinanziamento rendendoli in pratica dei precursori della lotta armata. Prima del film sarà proiettato il corto di video poesie contro la repressione e il carcere dello stesso S. Notarnicola.
La lotta per liberarsi dalle catene dei padroni è l’idea centrale del film di Scorsese di mercoledì 19. Tratto dai ricordi di Boxar Bertha Thompson sugli anni della Depressione racconta la sua vita di anarchica rivoluzionaria tra emarginati, proletari ed anche eroiche rapine contro le compagnie ferroviarie per finanziare forme di sindacalismo armato.
Chiude il mese una serata speciale su Tenco. “Ognuno è libero” cantava Luigi Tenco, il primo cantautore impegnato a difendere la libertà di vivere secondo il proprio sentire rispettando quello degli altri. Rarissimi video ed interviste introdurranno il film “La cuccagna” dove interpreta un personaggio di un certo spessore politico, Giuliano di ideali anarchici, che cerca insieme alla compagna Rossella di sopravvivere in una Roma popolata di corruttori e truffatori.

CINE SARS



CANTIERE SOCIALE VERSILIESE (ex Inapli) via Belluomini q.re Varignano Viareggio

domenica 11 settembre 2011

Programma CineSars settembre 2011

Tutte le proiezioni inizieranno alle ore 21.45



MER 7 QUI E ALTROVE J. L. Godard 1976
MER 14 KATHERINE J. P. Kagan 1987
MER 21 UN’ARIDA STAGIONE BIANCA E. Palcy 1989
MER 28 I CRIMINI ISRAELIANI IN LIBANO E A GAZA M. Megna 2005

Apriamo la nuova stagione CineSars dedicando il mese di Settembre al popolo palestinese e a tutti i popoli in lotta contro l’imperialismo. Infatti incorniciano il programma due documentari sulla causa palestinese: il 7 Settembre uno storico e inedito Godard e il 28 Settembre una serata speciale di presentazione del video documentario realizzato da Mariella Megna e Giorgio Riboldi.

“Qui e altrove” completa il discorso aperto la scorsa stagione con “Lotte in Italia”. I due film sono imparentati stilisticamente, infatti ritroviamo elaborazioni di parole, capitoli-slogan, problemi e rapporti tra suono e immagine. Il film fu girato in Palestina nel 1970 e rielaborato da Godard nel ’75/’76. Una sequenza su tutte: mentre le immagini ci mostrano la preparazione di un’azione di guerriglia, una didascalia ci ricorda che “Quasi tutti gli attori di questo film sono morti”. Mercoledì 14 Settembre dalla Palestina ci spostiamo in Sud America per seguire la storia di Katherine che fuggita in Sud America per dimostrare alla sua ricca e convenzionale famiglia borghese la propria capacità di indipendenza, percorrerà il sentiero rivoluzionario fino alla lotta armata. Il 21 Settembre il film “Un’arida stagione bianca” ci proietterà nel 1976 in Sud Africa. Tratto dal romanzo di A. Brink e diretto dalla regista nera Palcy è un film durissimo nella descrizione della sanguinosa repressione contro il popolo che cercava di organizzare una resistenza armata. Cammeo di M. Brando. Chiuderemo il mese con il video documentario “I crimini israeliani: il muro della vergogna e i massacri in Libano e a Gaza”. Questo film-documento racconta l'esperienza di una delegazione di L'altra Lombardia - SU LA TESTA nei campi profughi palestinesi in Siria (a Damasco e ad Aleppo) e in Palestina nei Territori occupati. Il filmato si concluderà con l’intervista al membro del Fplp Abu Fouad.

CINE SARS


CANTIERE SOCIALE VERSILIESE (ex Inapli) via Belluomini zona Varignano Viareggio

venerdì 21 gennaio 2011

DOCUMENTO SU CARCERE E MORTI DI STATO

Il 5 gennaio 2011 muore nel carcere delle Sughere di Livorno Yuri Attinà, 28 anni, detenuto per furto, l'ultimo di una lunghissima lista di decessi per “cause naturali”.
Le versioni ufficiali che come sempre si rincorrono in questi casi, parlano prima d'infarto, poi di caduta dal letto e infine di morte per asfissia autoindotta con una bomboletta di gas per cucina.
Per noi la causa principale è l'istituzione carcere, lo Stato e le sue politiche repressive e securitarie che riempono le galere di proletari e sottoproletari; questa appare sempre di più una vera e propria guerra di classe, dove i “detenuti sociali” vengono ammassati in questa gigantesca discarica.
Quella stessa guerra che il 25 Agosto dello scorso anno si è presa la vita di Daniele Franceschi, detenuto nel carcere di Grasse per aver utilizzato una carta di credito clonata, deceduto per le solite “cause naturali”.
Carceri, C.I.E, istituzioni psichiatriche, caserme e, più in generale, la militarizzazione della società, sono sempre di più gli strumenti con i quali la “fortezza Europa” affronta la crisi economica, ecologica ed etica. Una vera e propria crisi di sistema che si manifesta anche attraverso le svariate politiche di negazione dei diritti e delle libertà e delle tutele individuali e collettive.
Con la costituzione dell'Unione Europea, si sono inasprite le normative in materia di sicurezza, controllo e circolazione dei cittadini. La crisi economica che trova il suo culmine ai giorni nostri, ha dato vita ad un nuovo ordine mondiale, ad uso e consumo delle grandi multinazionali, che prevede una situazione continua di guerra interna ed esterna. Parallelamente alle politiche securitarie, all'ombra delle tante missioni militari, fiorisce un regime di terrore e di criminalità al servizio dei paesi occupanti.
L'inasprirsi delle condizioni di vita di una sempre più vasta fascia della popolazione e le consistenti ondate migratorie hanno aperto tutta una serie di contraddizioni e conseguenti rivendicazioni che i padroni non possono e non vogliono tollerare. Per questo vengono represse le lotte per il lavoro, per la casa, per la salute ecc.
La cosiddetta “guerra al terrorismo” e le varie guerre “umanitarie” sono in realtà delle sfacciate guerre imperialiste; sul fronte interno si utilizza ad arte la politica della paura per produrre un clima di sospetto e di insicurezza, clima che, anche grazie al supporto dei mass media, ha creato i presupposti per l'emanazione di leggi e decreti che restringono ulteriormente le libertà criminalizzando ogni marginalità.


Il carcere, i C.I.E., l'istituzione psichiatrica oltre al loro ruolo repressivo e di violento “ammortizzatore sociale”, sono soprattutto, per i soliti noti, un business. La prossima frontiera da superare, e si sta già lavorando in questo senso, è quella della privatizzazione del sistema repressivo. Anche lo sterile tam-tam mediatico sull'emergenza carceri va in questa direzione. Nei disegni, nelle proposte e nei “sussurri” di legge, che affrontano il sistema carcere, c'è un unico obiettivo che vorrebbe portare alla creazione di una specie di “amministrazione carceraria s.p.a.” e si attende solo che le varie lobbies interessate si mettano d'accordo trovando il Bertolaso di turno.
Che ci vogliano uno o dieci anni non importa: il sistema ha molta pazienza e il tempo dalla sua parte: nonostante le condizioni nelle carceri italiane siano ormai prossime al collasso e vicine ad una vera e propria esplosione.
Nel carcere, così come sul lavoro, si muore per il profitto e per le politiche speculative e di controllo sociale dei governi. Gli psicofarmaci soprattutto ansiolitici che rappresentano l'80 per cento dei medicinali prescritti nelle patrie galere, alimentando un cospicuo giro d'affari, rispondono alla necessità di sedare ogni conflittualità o rivendicazione di diritti.
Quasi la totalità di coloro che muoiono nelle strutture restrittive per le cosiddette cause naturali in realtà muoiono per la negligenza, l'incuria dovuta alla sovrappopolazione carceraria, e a volte il sadismo di quanti vi lavorano, in ogni caso a prevalere è la violenza e l'insensibilità delle istituzioni.
Il rispetto della salute della persona detenuta è spesso calpestato, determinando il letale peggioramento di patologie altrimenti curabili. Oltre all'HIV, massicciamente presente nelle carceri italiane, oggi ricompare persino la tubercolosi, per non parlare delle periodiche epidemie di salmonella, scabbia...dovute all'assenza di prevenzione, cura e rispetto per le norme igenico sanitarie.
L'anno 2010 si è chiuso con quasi 70.000 persone detenute in celle sovraffollate, con carenze igenico-sanitarie e prive di ogni tipo di assistenza. Un terzo di questi dannati della democrazia sono tra l'altro in attesa di giudizio, cioè potrebbero anche essere innocenti. Le sole leggi Bossi-Fini sull'immigrazione e la Fini-Giovanardi sulle droghe ci “forniscono” circa il cinquanta per cento delle 100.000 persone che ogni anno passano, anche solo per pochi giorni, dalle carceri nostrane.
Immigrati, tossicodipendenti, disagiati sociali ed economici che ricevono come unica risposta alla contraddizione che portano in essere, la carcerazione, l'abbandono nella cosiddetta discarica sociale che sono oggi i reparti psichiatrici i C.I.E e le galere.
Se si divide la popolazione carceraria per classi si aprono scenari inquietanti: circa il settanta per cento dei detenuti appartiene a quello che un tempo si chiamava sottoproletariato ( marginali, precari, disoccupati, migranti) il quindici per cento alla classe lavoratrice, il tredici per cento alla piccola e media borghesia e solo il due per cento circa può essere assimilato alla classe borghese dominante. Anche perché per i ricchi, che possono permettersi collegi di avvocati, è oltremodo semplice arrivare alla prescrizione; per tutti gli altri l'inferno carcerario.
A poco o nulla servono, con buona pace dei giustizialisti alla Travaglio, i vari decreti demagogici “svuota carceri” che la propaganda securitaria bipartizan ci propina come risolutori, gli istituti penali rimangono una realtà altamente esplosiva e la possibilità delle misure alternative alla detenzione è esclusa alla maggioranza dei detenuti.
Il nostro intento è quello di mantenere viva la questione carceraria e repressiva più in generale, per cercare il più possibile di ampliare un dibattito largo e trasversale alle varie realtà politiche e di movimento e suscitare indignazione e lotta. Il nostro contributo va al miglioramento delle condizioni di detenzione, all'abrogazione delle leggi vergogna che hanno riempito le galere italiane e che costituiscono un vero e proprio crimine perpetrato dalla nostra classe politica. Lavorando al contempo al superamento del sistema carcerario stesso e della società che lo genera.

Coordinamento Anticapitalista Versiliese
Zone del silenzio – Pisa
Archivio Germinal – Carrara
Comitato verità per Yuri - Livorno