MAGGIO 2003 nasce il S.A.R.S.(piccola cronistoria)

il primo segnale risale a quasi 10 anni prima con l'occupazione del "ex macelli" un edificio comunale abbandonato all'incuria e alla speculazione. E' il 1994 e a Viareggio è sentita l'esigenza di spazi di aggregazione non mercificati. Nasce così il MO.S.S.A. (Movimento Spazi Sociali Autogestiti). L'anno dopo, un nuovo tentativo con l'occupazione del centro sportivo "Vasco Zappelli"; ancora un'area abbandonata ai soliti meschini giochi politici. Verrà sgombrata in malo modo. Arriveranno perfino le camionette da Lucca. Significativa, nell'estate dello stesso anno, è l'esperienza della "Piazza degli Invisibili" dove il Mossa occupa una piazza degradata per solidarietà ad alcuni immigrati minacciati di sgombero. Intanto è intensa la partecipazione alle lotte nel territorio e molte iniziative si svolgeranno alla Torre Matilde, luogo storico di Viareggio, con proiezioni di filmati, concerti e dibattiti. Importante la lotta conrto l'inceneritore del Pollino (Pietrasanta) e la costituzione insieme ad altre realtà toscane del M.A.T. (movimento antagonista toscano). Insieme, nel 1997, coordineranno la manifestazione contro la mostra artistica??? "L'uomo della provvidenza" dedicata al duce e voluta dal comune di Seravezza.
Nel 1998 il Mossa dà vita al "Laboratorio Eskimo" come luogo di riferimento e d'incontro per promuovere la costruzione di un centro sociale. Iniziano gli incontri con i giovani del collettivo Adelante. Il 19 giugno viene ricordata la G.I.R.P. (giornata internazionale del Rivoluzionario Prigioniero).
Quando l'esperienza del laboratorio eskimo si conclude il Mossa con il Collettivo Adelante cogestisce il CSA TEMPI MODERNI a Camaiore.
all'inizio del 2001 nasce il "Comitato Contro la Represione Versilia" è l'anno del G8 e dell'assassinio di Carlo Giuliani. Alcuni militanti del csa Tempi Moderni saranno feriti negli scontri di Genova. Si moltiplicano le iniziative, emerge una nuova ondata di protesta e di aggregazione. Tutti avvertono la necessità di un Centro Sociale a Viareggio.
Dall'incontro tra Ex at5tivisti del Tempi Moderni ed ex Mossa con i collettivi studenteschi si forma il Laboratorio Spazi Sociali. A novembre del 2003 a Viareggio si tiene un corteo che non si vedeva da anni; la manifestazione contro la repressione porta in piazza quasi 2000 persone.
Il 2003 è quindi un anno frenetico: manifestazione contro la guerra in Iraq che bloccherà per alcuni minuti il Carnevale;occupazione di Villa Olga, edificio abbandonato a Lido di Camaiore, intervento delle "forze dell'ordine", manifestazione e occupazione di una piazza.
il 5 maggio il Laboratorio Spazi Sociali occupa un'area fatiscente in località Varignano nella peroferia di Viareggio. Siamo al centro della solita speculazione edilizia. Dopo una lunga trattativa con le autorità viene proposta un'altra area abbandonata. Il primo centro sociale di Viareggio si sposta in località Migliarina, dall'altra parte della città.
In Agosto viene assegnato definitivamente uno spazio in darsena, in uno zona degradata dallo spaccio e dalla prostituzione. Il S.A.R.S. pagherà l'anno seguente la sua lotta contro lo spaccio, con l'incendio che ne distrugge buona parte e per poco non costa la vita a due immigrati alloggiati in un container, incendiato anche quello, a circa 200 metri di distanza dal Centro. Grande sdegno e massiccia solidarietà di tutte le forze antagoniste. La mobilitazione seguente: corteo, comunicato al consiglio comunale, manifestazione ecc. causerà a 14 militanti del S.A.R.S. un lungo processo (conclusosi a fine 2008 con un nulla di fatto) grazie a una pretestuosa denuncia delle forze di destra....


martedì 21 agosto 2012

IN PIAZZA PER DANIELE FRANCESCHI

Il 25 Agosto 2010 moriva, per le percosse subìte e/o per mancanza di assistenza medica, Daniele Franceschi, viareggino di 35 anni, recluso da alcuni mesi nel carcere francese di Grasse. La versione ufficiale fu: infarto. Grazie, però, alla tenacia ed alla determinazione di sua madre, Cira Antignano, emersero subito pesanti sospetti su questa morte. Da giorni Daniele lamentava forti dolori nell'indifferenza totale dell'amministrazione penitenziaria. Inoltre, nelle lettere inviate alla madre denunciava questa situazione e condizioni di vita durissime. Ad oggi, per la morte di Daniele, sono indagati un medico, due infermieri del carcere di Grasse e alcuni operatori dell'ospedale dove venne successivamente ricoverato; l'amministrazione del penitenziario, in particolare il direttore, non è ancora stata sfiorato dall'istruttoria. A due anni dalla morte, è importante mobilitarsi per: - ricordare Daniele e la sua vicenda; - sostenere la lotta di Cira nella ricerca di verità e giustizia. La tragedia che ha colpito Daniele è simile a decine di altre storie nelle carceri italiane e non solo. Marcello Lonzi, Stefano Cucchi, Stefano Frapporti, Giuseppe Uva, Manuel Eliantonio sono alcuni dei nomi di cittadini che hanno trovato la morte proprio sotto la “tutela” dello Stato. Oggi si continua a morire di carcere e nelle carceri che sono vere e proprie discariche sociali, zone grigie dove i diritti vengono sospesi, all'interno di strutture fatiscenti e sovraffollate. Strutture per 45.584 posti, contengono invece 66.528 detenuti. Nel mese di luglio sono 7 (sette!) i detenuti morti suicidi! Dal 1990, in carcere, si sono tolti la vita 1.163 persone. Per riportare i dati su morti accertate! La vita e la morte in carcere è questione che riguarda tutti noi anche perché l'uso massiccio, e ormai indiscriminato, dello strumento carcerario nella gestione dell'ordine sociale rappresenta l'altra faccia della medaglia dell'attacco alle condizioni di vita delle masse popolari, acuito dal peggioramento dell’attuale crisi economica. Mentre vengono distrutti i diritti dei lavoratori, cancellati i servizi sociali, smantellate ogni forma di stato sociale, l'unica alternativa che si presenta a quanti non riescono a sopravvivere è il carcere: è in questo senso che possiamo parlare di carcere come discarica sociale. Ed è per questo che ricordare Daniele, lottare per la verità e la giustizia, rompere il silenzio intorno a ciò che avviene all'interno delle carceri significa lottare per la libertà e la dignità di tutti. SABATO 25 AGOSTO ORE 17.30 PRESIDIO IN VIA COPPINO AL CRO DARSENE